Il triduo pasquale inizia con la celebrazione della Cena del Signore, che ricorda l'istituzione dell'Eucarestia e del sacerdozio ministeriale. Prima di morire, Gesù vuole restare con noi fino alla fine, per non lasciarci più soli. Nelle difficoltà, nelle amarezze, nello sconforto, noi sappiamo che Lui c'è. Noi sappiamo che Lui, Agnello innocente, ha già pagato per tutti. "Dov'è Dio?" verrebbe da chiederci dinnanzi alla sofferenza e alla morte. La nostra fede ci indica un pezzo di pane: "Ecco l'Agnello di Dio". Eccolo lì, su tutti gli altari del mondo, ancora una volta crocifisso, a rinnovare eternamente il suo sacrificio per la nostra redenzione. Eccolo lì, ancora a ripeterci: "Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue", quasi a dirci: "Guardate, sono davvero io! Non siete soli!"
Di fronte a tanto mistero di amore, non possiamo non fare nostre le parole di Santa Caterina da Siena: "Tu, somma dolcezza, ti sei degnato di unirti con la nostra amarezza; tu splendore, con le tenebre; tu sapienza, con la stoltezza; tu vita, con la morte; tu infinito, con noi finiti. Chi ti costrinse a questo? Solamente l'amore, onde per cui si dissolve la morte."