Durante gli ultimi giorni della Novena del Natale, la Liturgia della Chiesa propone delle antifone, chiamate "maggiori". Sono antifone antichissime, note già nel VI secolo, note anche come "Antifone O" per via della presenza iniziale del vocativo. Sette antifone, in cui si invoca per sette volte il Cristo con titoli potenti e straordinariamente carichi di bellezza: O Sapientia, O Adonai, O Radix Jesse, O Clavis David, O Oriens, O Rex gentium, O Emmanuel.
Sono le invocazioni dell'umanità che, stupita, incontra il Mistero del Natale. Dio eterno entra nel tempo, il Creatore si fa creatura, il Verbo ineffabile è nel vagito di un bambino. Dinnanzi a tale grande mistero, origine della nostra salvezza, l'uomo resta in contemplazione e apre gli occhi con stupore. L'uomo ripete dinnanzi alla maesta divina: O Sapienza, O chiave di Davide, O Emanuele... questo "O " di stupore che accompagna il cammino verso la mangiatoia. Ma lo stupore dell'uomo non è destinato a perdersi nel silenzio. C'è un'eco, c'è una risposta che colma di gioia tale stupore e riempie l'attesa di una promessa. Leggendo, difatti, a partire dall'ultima antifona, le iniziali dei titoli, ecco che sentiamo la voce stessa di Gesù: "Ero cras", "Domani sarò con voi".
Ti aspettiamo, Signore, nelle nostre vite, principe di amore e di pace, re del tempo e della Storia. "Sarò con voi". Vieni Signore Gesù, e sarà festa.